16 ottobre 2012

Hachim Mastour, quando la predestinazione è un dolce pericolo

Qualche settimana fa. sull'inserto milanese della Gazzetta, ho presentato un focus sulle giovanili del Milan. Abbiamo deciso di affiancarci una presentazione di Hachim Mastour, il giovane talento prelevato quest'estate dalla Reggiana, eccola:

“Predestinato” è l'etichetta peggiore che ti possono appiccicare addosso. Tentatrice, ti lusinga, ti compiace, rischia di farti perdere l'umiltà, poi ti presenta il conto. Quando sei un ragazzo nato nel 1998 come il fresco talento rossonero Hachim Mastour è ancora più complicato conviverci.
La guerra subdola contro questa etichetta Hachim la combatte praticamente dai primi tocchi che fece a un pallone.
Una storia differente, la sua: quasi per avvalorare il carattere di unicità di predestinato.
Figlio di una coppia marocchina ormai integrata da anni in Emilia (la mamma ha la cittadinanza italiana), Mastour si fa subito notare per l'incredibile familiarità che intrattiene con la palla, prima al Reggio Calcio poi, nemmeno decenne, nella Reggiana. Impossibile rimanere insensibili.
L'Inter lo convince a giocare alcuni tornei ma non può tesserarlo, essendo minore di 14 anni e fuori regione: si crea subito un gentlemen's agreement con la società granata.
E' un numero 10 che con altri due ragazzi del 1998, Mel Taufer e Justice Opoku, incanta i tornei di mezzo Stivale. Tre black italians, come il sociologo Mauro Valeri ha per primo catalogato i nuovi ragazzi italiani di origine africana, tre ragazzi che sognano di giocare insieme nella Nazionale di un Paese che sta cambiando.
Poco prima del compimento del 14esimo compleanno un blitz di mercato lo porta in rossonero. Arrigo Sacchi ne parla entusiasticamente a Adriano Galliani, che muove sul territorio Mauro Bianchessi e convince il neo-procuratore del ragazzo, Dario Paolillo: Mastour è del Milan.
Il sottofondo che accompagna questa operazione (che per alcuni sfiora addirittura il milione di euro, tutto compreso, anche se da Via Turati negano recisamente) è sempre la stessa: “questo ragazzo è un predestinato”.  Talentuoso, tocco di palla setoso ed elegante, piedi educati montati su una armatura tutt'altro che disprezzabile per un 1998: ha un gusto giovanilistico per la giocata ad effetto. Le telecamere di Sky lo hanno immortalato mentre palleggia maradonianamente con le arance. Pericoloso gonfiare l'etichetta di predestinato. Ora, dopo una tribolazione alle visite mediche, superate poi senza problemi, procuratore e società, che lo ha assegnato agli Allievi di Inzaghi (una categoria oltre la sua età: se la vede coi '96), vogliono smorzare i riflettori e farlo lavorare sul suo straordinario talento. L'unica cosa che potrà incenerire la pericolosa etichetta di predestinato.

CARLO PIZZIGONI
Fonte: Gazzetta - Milano e Lombardia 

Il suo procuratore ha pubblicato su Youtube le immagini del suo esordio in rossonero (Milan- Albinoleffe 7-0)

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